Il figlio terrorista, il caso Donat-Cattin. Di Monica Galfrè

15 Ottobre 2022

Al Convitto di Cagliari, a Siliqua e a Sassari in collaborazione con Materia Grigia, La Giraffa e Koiné

L’Issasco – Istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea – in collaborazione con l’associazione “Materia grigia”, le librerie “La Giraffa” e “Koinè”, ha presentato il 14 e il 15 ottobre 2022 a Siliqua e a Sassari, Il figlio terrorista. Il caso Donat-Cattin e la tragedia di una generazione, di Monica Galfré (Einaudi, 2022).

Sempre il 14 l’Istituto per l’antifascismo e il Convitto nazionale di Cagliari “Vittorio Emanuele II” hanno promosso un incontro con l’autrice, docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze, riservato alle classi quinte dei licei della scuola cittadina con l’intervento del rettore del Convitto, Paolo Rossetti.

Gli appuntamenti. Venerdì 14 ottobre alle ore 18, in piazza Martiri a Siliqua, con Galfré hanno dialogato Laura Stochino, responsabile dell’attività didattica dell’Issasco, Alessandro Pes e Marco Pignotti, storici contemporaneisti, docenti all’Università di Cagliari. Sabato 15 ottobre alle ore 18 alla libreria Koinè in via Roma 137 a Sassari, alla presenza di Monica Galfré, è intervenuta Maria Vittoria Conconi dell’associazione Materia Grigia e Walter Falgio dell’Issasco.

Dalla quarta di copertina. Carlo Donat-Cattin è vicesegretario della Democrazia cristiana quando, nella primavera del 1980, si scopre che suo figlio Marco milita ai vertici di Prima linea, una delle principali organizzazioni terroristiche di sinistra attive negli anni di piombo. La notizia fa da detonatore a uno dei piú gravi scandali della storia repubblicana, che coinvolge il presidente del Consiglio Francesco Cossiga e si combina a circostanze inquietanti degne di una spy story. Al contempo il dolore privato della famiglia Donat-Cattin e il percorso di Marco, comune a molti altri giovani, mettono sotto gli occhi di tutti lo strappo senza rimedio che si è consumato nel corso degli anni Settanta. Attraverso questa storia, che è di padri e di figli, il terrorismo appare come una delle forme che assume il conflitto generazionale, una sorta di resa dei conti che ha le sue radici nelle caratteristiche e nei limiti della modernizzazione italiana. Di parricidio si parla già per il caso Moro, quando lo Stato rifiuta qualsiasi trattativa con le Br. Ma lo scandalo Donat-Cattin sembra annullare la distanza tra terrorismo e Stato, e suona come una chiamata di correo, oltre che per la classe politica, per l’istituto della famiglia, cuore del Paese. A distanza di quarant’anni, spenti da tempo i clamori, il caso Donat-Cattin ci appare una storia in grado di fotografare, in una unica istantanea, il dramma del terrorismo e l’Italia nel dramma del terrorismo